C’è stato un tempo in cui gli uomini scrivevano sulle tavolette inserendo i loro messaggi all’interno di particolari “buste” di argilla, su cui veniva indicato l’argomento. Stiamo parlando di un eccezionale ritrovamento fatto a Tell as-Sadoum, nell’Iraq centro-meridionale, la terra un tempo chiamata Mesopotamia, dagli archeologi dell’Università di Pisa in collaborazione con quelli dell’Università di Siena e dell’ateneo iracheno di al-Qādisiyyah. Sono stati trovati un centinaio di frammenti di tavolette con testi cuneiformi, databili all’inizio del II millennio a.C. e più di novanta “cretule”, i blocchetti di argilla con impronte di sigillo o corda applicate a chiusura dei contenitori.

Il dottor Anacleto D’Agostino, docente di Archeologia del Vicino Oriente all’Università di Pisa e coordinatore del progetto, spiega che “le tavolette testimoniano la ricchezza e vivacità della vita economica e amministrativa delle antiche città della Mesopotamia e ci parlano spesso di transazioni contabili, questioni amministrative e giuridiche… contengono contratti di compravendita e lettere, e menzionano i nomi di sovrani, formule di datazione e forse il riferimento ad alcune città”.

“Le tavolette inoltre potevano essere inglobate in ‘buste’, noi ne abbiamo ritrovate decine di frammenti – spiega D’Agostino – cioè dei contenitori in strati sottili di argilla sulla cui superficie esterna era impresso l’argomento delle missive mentre l’impronta dei sigilli, con nominativi o immagini, serviva a vidimare il contenuto e ne garantiva l’autenticità”.

Realizzati in pietre semipreziose, i sigilli erano dei contrassegni con cui personalità importanti e/o funzionari si firmavano. Le scene riprodotte rappresentavano eroi in lotta con animali selvatici, divinità o animali.

Foto: Unipi.it

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