Paolo Lazzari

“Il Franchi non si può abbattere”: con questa lapidaria affermazione il Soprintendente ai beni culturali – dottor Andrea Pessina – ha sbrogliato una matassa ingarbugliata da settimane, innescando una cascata di reazioni che ha aperto di fatto la maniglia alla soluzione nuovo impianto alla Mercafir. Ma andiamo con ordine. “Abbiamo completato la verifica dell’interesse – ha rivelato a margine della riunione tenutasi a Palazzo Pitti con le Commissioni Cultura, Sport e Territorio del Quartiere 2 di Firenze – cioè l’analisi storico-critica del monumento. Quello che ne emerge – argomenta Pessina – è che lo stadio deve essere concepito come un tutto armonico: non è pensabile scardinare un pezzo e tenerne un altro”.

Parole come macigni che si inseriscono nella tormentata discussione sulla nuova casa della Fiorentina. Dopo l’accelerata di Rocco Commisso, che aveva concretamente agitato sullo sfondo la possibilità di fare un nuovo impianto a Campi Bisenzio; dopo la rapida contromossa del sindaco Dario Nardella, che ha premuto a sua volta sul pedale per liberare l’area Mercafir, sale in quota anche il “partito” di coloro che sostengono il progetto restyling. “Ci crediamo – ha dichiarato ai media presenti oggi Michele Pierguidi, presidente del Quartiere 2 – anche perché non abbiamo molte alternative. La cosa importante – ha aggiunto – è che ci pare che tutte le commissioni siano unite dall’idea che il Franchi debba restare lo stadio di Firenze e della Fiorentina. Commisso? Non perdiamo l’occasione, perché la sua voglia di fare rappresenta comunque un’occasione per tutti”.

Un nodo dal quale è difficile uscire, poiché l’unico progetto di restyling approvato dalla Fiorentina – e, segnatamente, da Rocco Commisso – è quello dell’architetto Casamonti, che prevede l’abbattimento delle due curve. “Commisso – ha spiegato oggi l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re – era disposto anche ad investire di più nella riqualificazione che nel nuovo impianto, ma atteso che le curve sono sottoposte al vincolo del Ministero dei Beni Culturali e considerato che l’unico progetto sposato dal patron viola è questo, ha deciso di virare fortemente sul progetto Mercafir”. Come dire: Palazzo Vecchio ha le mani legate e sul tema può spingere fino ad un certo punto, restando la viola una società di diritto privato.

Una presa di posizione che apre un nuovo ventaglio di tematiche. Prima fra tutte, la futura destinazione dello stadio Artemio Franchi: il rischio che venga utilizzato per progetti non inerenti allo sport o, peggio, che finisca in malora, è già una ferita aperta incisa sul cuore di tutti i fiorentini.

Paolo Lazzari

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