Chissà come si sarà sentito quel povero cinghiale “strafatto” di cocaina. L’animale è stato protagonista inconsapevole di una brillante operazione di polizia che ha portato ad alcuni arresti, in provincia di Siena, per spaccio di droga.

La cocaina, chiusa in un barattolo, veniva nascosta nel bosco ma, in un caso, a far saltare i piani degli spacciatori è stato un cinghiale, che con il muso ha scavato il terreno danneggiando il barattolo e il suo contenuto. Un danno di circa ventimila euro per i quattro spacciatori. Ogni mese ne vendevano circa due kg, a 80-100 euro a grammo.

Tra di loro e coi clienti parlavano in codice. Prosecco, aperitivo, vino, caffè, merenda… vari nomi di fantasia, ma il vero contenuto delle conversazioni era sempre lo stesso, la cocaina. Le “ordinazioni” venivano fatte al telefono ma anche usando WhatsApp o Messenger. Sempre facendo attenzione a non scrivere chiaramente che si trattava di droga.

I clienti? Di ogni estrazione sociale. C’era chi poteva permettersi, ogni mese, di pagare anche mille euro per farsi portare la droga, e chi, invece, faticava un po’ e attendeva l’accredito dello stipendio prima di procedere all’acquisto pagando il conto ai pusher. Il particolare curioso del cinghiale è stato raccontato da uno degli spacciatori, come emerso dalle intercettazioni dei carabinieri.

L’operazione è stata condotta nelle province di Siena e Arezzo. L’inchiesta, come spiegato dagli inquirenti, era partita nel corso delle indagini condotte per l’omicidio di un 21enne albanese, ucciso nel maggio 2018 da un pastore sardo, condannato a 16 anni con il rito abbreviato. Era emerso che un gruppo di albanesi, vicini alla vittima, era dedita allo spaccio di droga. La droga, da quanto è emerso, proveniva da Perugia. Tra gli arrestati c’è anche il titolare di un night club in provincia di Arezzo.

 

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3 Comments

  1. Certo che il cinghialone ha un naso abbastanza grande per usare un tubo da stufa per tirare la polvere. Chissà che invidia hanno i tossici …!!!!

  2. Che animale simpatico: d’altronde e’ noto che i suoi cugini maiali sarebbero i migliori cercatori di tartufi, se non fosse per il fatto che dopo averli trovati se li mangiano. Proporrei di inserirlo nel nucleo antidroga dell’Aeroporto di Fiumicino. Come nome, visto che sulle setole dovra’ bene avere un badge leggibile per ottemperare alle nuove regole imposte alla polizia da grillini e pidioti, proporrei di battezzarlo”Piero” o “Lapo”.

  3. Sergio Ercoli Reply

    Così quando dovesse aggredire qualcuno avrebbe l’attenuante.

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