Si è spento a 96 anni Oriano Ripoli, esponente del Psi pisano, in cui militò a partire dal 1945, assessore in diverse giunte di sinistra e sindaco della città della Torre per un breve periodo. Leader della corrente che faceva capo a Riccardo Lombardi, lavorò come dirigente alla Saint Gobain di Pisa e per anni fu apprezzato sindacalista della Cgil, partecipando a numerose battaglie condotte nella sua fabbrica e in altre aziende del comparto chimico e del vetro.

Negli anni Sessanta partecipò al riordino del trasporto pubblico comunale, come presidente dell’azienda Atum. Dagli anni Settanta, invece, fu attivo nell’amministrazione pubblica della città di Pisa, ricoprendo l’incarico di assessore alla pubblica istruzione e vice sindaco nelle giunte guidate dai sindaci Bulleri e Bernardini, entrambi del Pci. Nel 1985 il grande salto: nell’ambito di una svolta politica laica e riformista i socialisti ruppero l’alleanza con il Pci (che durava da quindici anni) e, d’intesa con i repubblicani e i liberali, con l’appoggio esterno della Dc, nominarono Ripoli sindaco di Pisa. Profonda, fin da subito, fu l’ostilità del Pci, che parlò espressamente di operazione trasformista. Del resto il Pci desiderava mantenere lo status quo (e l’egemonia) a livello locale, mentre a livello nazionale non voleva alcun dialogo con i riformisti del Psi craxiano, al governo con il pentapartito (Dc, Psi, Pli, Pri, Psdi).

Ripoli però non aveva i numeri necessari per governare la città: la coalizione che lo sosteneva si fermava a 25 consiglieri su cinquanta, ne mancava uno per avere la maggioranza. Seguendo le indicazioni di Craxi e quelle del direttivo provinciale del Psi preferì dimettersi anziché accettare il sostegno offerto dal Movimento sociale italiano per garantire la governabilità della città. Il 15 luglio 1986 Ripoli rassegnò le dimissioni

Nello stralcio dell’Unità dell’11/9/1985 che riportiamo qui di seguito si può notare il giudizio del Pci fortemente negativo – per non dire sprezzante – dell’operazione politica che portò Ripoli a sedersi sulla poltrona di sindaco a Palazzo Gambacorti. Questo duro attacco rifletteva, del resto, la profonda ostilità tra le forze massimaliste del Pci post Berlinguer (il segretario era Alessandro Natta) e quelle socialiste autonomiste di Craxi. Un dissidio che andava avanti da anni e proseguì ben oltre il crollo del Muro di Berlino.

Con il Psi travolto da Tangentopoli Ripoli sperò sempre di poter riuscire a superare la drammatica diaspora dell’elettorato socialista, battendosi per presentare e rilanciare il simbolo.

I socialisti pisani piangono il loro compagno e ne ricordano le grandi qualità morali e umane, ispirate all’umanesimo socialista e cristiano. I funerali si terranno sabato 12 ottobre alle ore 10 nella chiesa del cimitero della Misericordia di Pisa, in via Pietrasantina.

— Nella foto in alto il sindaco Oriano Ripoli con Fausta Giani Cecchini, presidente della Provincia di Pisa, e Bettino Craxi, presidente del Consiglio e leader del Pisa (lo scatto, che risale al 1985, è stato pubblicato su Facebook da Carlo Sorrente, segretario del Psi di Pisa).

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