Se andate su Google e digitate “scontri tifosi Pisa-Brescia a Empoli” troverete le cronache dettagliate (alcune romanzate) dei fatti del 17 settembre 2016. La partita si giocò al Castellani di Empoli per i problemi di adeguamento dell’Arena Garibaldi di Pisa. Prima del match vi furono alcuni incidenti tra le opposte tifoserie, in uno spiazzo a poca distanza dallo stadio. La polizia fermò 92 tifosi del Pisa portandoli in Questura a Firenze. Otto furono arrestati, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Gli altri furono denunciati per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, e subirono il Daspo, il provvedimento amministrativo con cui si vieta l’accesso agli stadi per un determinato periodo.

Trascorsi tre anni sono arrivate sessanta archiviazioni per i “fatti di Empoli”. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, su richiesta del pm, ha disposto l’archiviazione del procedimento in corso. Nel dispositivo si legge che non vi fu alcuna premeditazione per gli scontri, e non vi furono “assalti dai cespugli”, come riportato da alcuni organi di stampa. L’incontro-scontro tra le due tifoserie fu “non voluto e fortuito”. E il “capo coperto” di alcuni tifosi non determina (si legge) la configurabilità del reato di travisamento. Dubbi anche sulle modalità di riconoscimento dei tifosi: “Molte volte – si legge – l’attribuibilità della condotta personale… non si basa su un riconoscimento diretto, ma su una valutazione induttiva basata su identità di maglietta, pantalone, corporatura, allo stato non dirimente, in quanto i tifosi vestiti in modo simile erano oltre duecento”.

Per quei tifosi pisani che la legge italiana considera innocenti restano attivi i Daspo. Perché? La cancellazione del Daspo non è automatica. I tifosi insorgono. Nell’ultima partita, disputata in casa contro l’Empoli, gli ultras hanno esposto uno striscione eloquente: “Il procedimento è archiviato, ma l’ ultras rimane diffidato: questo sopruso non può essere tollerato”. Non c’è bisogno di essere pro o contro gli ultras, è un caso di palese ingiustizia. Gli avvocati dei tifosi che hanno subito il Daspo preannunciano istanza di revoca e sono fiduciosi sul fatto che la Questura di Firenze la accolga. Se così non fosse, e se non arriverà alcuna risposta entro novanta giorni, si ricorrerà al Tar. Intanto potrebbero passare altre partite senza quei tifosi ingiustamente tenuti lontani dallo stadio.

Ma facciamo un passo indietro: perché se cade l’accusa nei confronti di un tifoso il Daspo nei suoi confronti non decade automaticamente? È un problema tecnico-giuridico. Il Daspo, infatti, è un provvedimento che vieta al soggetto ritenuto pericoloso di accedere in luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive. Introdotto la prima volta con una legge del dicembre 1989, è stato modificato diverse volte fino al decreto Pisanu, convertito in legge il 4 aprile 2007. Si tratta di una “misura preventiva” emessa dal questore, con una durata che varia da uno a cinque anni. Può essere emesso sulla base di una segnalazione, senza che vi sia stata una condanna. Questo è uno dei punti più contestati dai tifosi. Sul punto si è espressa anche la Corte costituzionale, che con la sentenza n. 512 del 2002 (leggi la sentenza) ha stabilito che il Daspo può essere inflitto indipendentemente dal fatto che si sia commesso, o meno, un reato, proprio perché si tratta di una misura di prevenzione.

Come riporta La Nazione l’avvocato Lorenzo Contucci, che segue i tifosi del Pisa coinvolti nel “caso Empoli”, parla di un “paradosso tutto italiano dato che provvedimenti simili esistono anche in moltissimi paesi europei, ma a deciderli è sempre un giudice e, dunque, in caso di successiva archiviazione, la misura deve essere automaticamente rivista”.

I fatti di Empoli

Alcuni giornali parlarono di agguato ai tifosi del Brescia. Ma andarono davvero così le cose? Possibile che all’agguato avessero partecipato anche donne e bambini? E le armi quali erano, gli ombrelli (vista la giornata brutta) mostrate in seguito da alcune foto scattate agli oggetti sequestrati?

I tifosi del Pisa, circa un centinaio, dopo aver parcheggiato le proprie auto in uno spiazzo a poche decine di metri da diverse camionette della polizia, si incamminano verso lo stadio. Dopo alcuni minuti nello stesso punto arrivano alcuni pullman di tifosi del Brescia, senza scorta della polizia. Tafferugli tra le due fazioni, con alcune decine di poliziotti in assetto antisommossa che effettuano alcune cariche chiudendo i supporter pisani all’interno di un distributore di benzina, in stato di fermo, fino all’arrivo di un bus che li porta alla questura di Firenze. Diversi giornali (quelli che scrivono dell’agguato) parlano di tifosi nascosti dentro ai cespugli, che scattano contro i bresciani al loro arrivo. Ricostruzioni fantasiose.

Assolti gli otto tifosi arrestati

Il 22 febbraio 2019 otto ultras del Pisa arrestati a Empoli sono stati assolti dalla Corte d’Appello di Firenze. Erano accusati di aver danneggiato un’auto delle forze dell’ordine. Resta in piedi la resistenza a pubblico ufficiale, anche se le pene sono state ridotte: otto mesi, mentre in primo grado erano state inflitte condanne da un minimo di dodici a un massimo di quattordici mesi.

Materiale sequestrato a Empoli prima di Pisa-Brescia

 

 

 

 

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1 Comment

  1. Donzaucker Reply

    Gli Ultras dovrebbero ricevere il daspo solo in quanto Ultras. Sono degli esseri intellettualmente inferiori che voi del Giornale sostenete in quando al 90% delle volte di destra, contenti voi che vi associate con degli idioti.

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