Firenze vorrebbe riportare a casa le spoglie di Dante Alighieri, che si trovano a Ravenna. Non per sempre ma solo per un periodo limitato, gusto per celebrare i 700 anni della morte del Sommo poeta che, com’è noto, finì i suoi giorni in esilio. Repubblica scrive che “poter sistemare i resti di Dante, per esempio in Santa Croce, avrebbe un fortissimo impatto mediatico e di marketing turistico” per Firenze. Insomma, un’operazione di marketing, un modo come un altro per incrementare il turismo, con un forte richiamo mediatico.

Chiaramente affinché il progetto vada in porto occorrerebbe un accordo tra le due città, e resta da capire cosa ne ricaverebbe Ravenna, visto che il “vantaggio” apparentemente andrebbe solo al capoluogo toscano. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, non si sbilancia: ammette che le due amministrazioni stanno parlando per decidere le celebrazioni da organizzare insieme per il 2021. Poi assicura: “Sulle ceneri di Dante non dico niente, qualsiasi cosa si faccia sarà possibile solo in totale accordo con la città di Ravenna”.

Ma è una buona idea? Il professor Stefano Carrai, che insegna Letteratura italiana alla Scuola Normale di Pisa, non approva:  “Che senso ha un’ operazione del genere? È antistorica – dice a Repubblica -. Firenze l’ha esiliato e quando lui ha chiesto di tornare, gli posero condizioni così dure e umilianti che alle fine disse di no, fu costretto a dire di no. A me sembra soltanto incongrua questa presunta rimpatriata”. C’è anche chi vede di buon occhio l’iniziativa, come il professor Luca Azzetta, docente di Filologia dantesca all’università di Firenze.

A noi non pare che sia una buona idea. Con tutto il rispetto per chi l’ha avuta e sta cercando di concretizzarla, ci pare un’assurdità. Tra tutte le iniziative che si possono organizzare per ricordare Dante, c’è bisogno delle spoglie mortali? Cosa aggiungerebbero? Per ricordare i 500 anni della morte di Leonardo si sono portate le spoglie del genio toscano da Amboise a Vinci? A parte il fatto che la Francia non l’avrebbe mai permesso, lo spostamento sarebbe stato, comunque, inutile e persino irrispettoso.

Foto: Wikipedia

2 Comments

  1. Giorgio Rubiu Reply

    La Tomba di Dante a Ravenna (che i ravennati chiamano “La pivarira” (“Il macinino da pepe” per via della sua forma) mi pare di ricordare che fu aperta svariati decenni or sono ed è risultata essere completamente vuota. Ne Dante ne nessun altro è mai stato tumulato in quel luogo. Se la mia memoria è giusta sarà impossibile portare a Firenze i resti mortali di Dante poiché, se non sono dove si supponeva che fossero, non si ha notizia di alcuna altra sepoltura nota o supposta che essa sia.

  2. Ricorda male, sig. Rubio. Le ossa , trafugate dai frati, proprio per impedire il loro trasporto a Firenze, furono poi ritrovate durante lavori di sistemazione del chiostro.

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