Vi è mai capitato di vedere davanti a voi le auto che vanno piano piano, nessuno che sorpassa, tutti mettono la freccia per spostarsi e, insomma, l’impressione di trovarvi improvvisamente in un altro Paese? Poi scoprite il trucco: non siamo su “Scherzi a parte” ma nei paraggi c’è una macchina della polizia o dei carabinieri e tutti sono ligi alle regole. Lungi da noi l’idea di voler sparare sul mucchio: alzi la mano chi non ha mai staccato il piede dall’acceleratore dopo aver visto il cartello “autovelox” oppure un altro automobilista, in senso contrario, che lampeggia con gli abbaglianti.  Eppure una buona volta dovremmo metterci in testa, noi italiani, che le regole della strada servono prima di tutto per la sicurezza, nostra e degli altri automobilisti. Le multe vengono dopo.

In questi giorni di traffico intenso la polizia stradale ha intensificato i controlli sulla superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Ma attenzione, a controllare non ci sono solo le normali pattuglie ma anche quelle in borghese, chiamati a vigilare sui nostri comportamenti e, se necessario, a far scattare le dovute contravvenzioni. Gli agenti in borghese, in auto o in moto, controllano la strada segnalando i trasgressori alla pattuglia in divisa, posizionata più avanti sulla strada.

Come spiega Paolo Maria Pomponio, dirigente del dipartimento della Stradale della Toscana, ci sono tanti comportamenti pericolosi. Ad esempio guidare con il telefonino all’orecchio, oppure guardandolo mentre si manda un messaggio: “Guardare il telefonino è come guidare con una benda agli occhi. Se uno va a cento all’ora in un secondo percorre 30 metri. È un attimo andare a urtare altri veicoli o uccidere qualcuno. La macchina è come un’arma carica. Bisogna guardare davanti, la strada, e gli specchietti laterali, usare gli indicazioni di direzione che sono indispensabili e servono a mettere nelle condizioni chi ci segue, chi ci precede e chi ci incrocia di conoscere le nostre intenzioni”.

Bisogna inoltre prestare molta attenzione alla distanza di sicurezza, in entrambe le corsie, anche in quella di sorpasso (cosa che, incredibilmente, spesso non avviene), “perché se uno frena quello dietro ha il tempo di evitare l’impatto”.

 

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