Anche la prima finale se n’è andata e stamani siamo tutti vì, intontiti dalla serata di ieri, non certo per cuori traballanti ma spettacolare sotto tutti l’aspetti. Di vèlle che ci restano drento e non a caso l’Arèna era zeppa di gente, parecchia anche all’esordio. Ma ci vòle anche vèlla lì per riempi’ li stadi.

Già a fine pomeriggio da Corsitalia in giù, tutto Borgo, i Bagni di Nerone fino allo stadio, mescolati ai turisti, li studenti e ai pisani immuni dar male nerazzurro, c’erano già parecchie sciarpe e magliette rossocrociate che vagabondavano con aria un po’ spaesata, chi con una stiacciatina in mano, chi una birretta, varchedùno a sede’ con le gambe sotto a un tavolino. Tutti ‘on l’occhi di chi sa che sta per assistere ar primo round della partita più importante dell’anno, all’urtima in casa della stagione, con la ‘onsapevolezza che ir prossim’anno potrebbe esse’ tutta un’antra storia, oppure no.

E ancora fòrze ‘un s’era finito di smarti’ le scorie der doppio ‘onfronto ‘on l’aretini, frallartro parecchio fastidiosi, che già s’era ‘on la testa alla Triestina. Arrivata seònda ner su’ girone, entra fresca fresca alla finale dopo ave’ battuto la Feralpisalò. Inzomma … se ci si penza, noi s’è fatto tutto un antro percorzo eh?

Ma ieri la Triestina ha toccato ‘on mano quanto è rognoso vèsto Pisa, mai domo, che spinto dai suoi diecimila, fra le mura della vecchia Arèna Garibaldi, non molla davvero mai. E quando siamo usciti dallo stadio, stremati ‘ome se si fosse gioàto noi, sur subito c’era parzo d’ave’ scampato un bèr periòlo e che l’alabardati fossero propio forti. Ma a mente fredda, dopo un’antro paio di birrette seduti ar barnerone a smarti’ l’adrenalina, ci siamo accorti che l’azioni più periòlose s’erano avute noi, che s’è segnato du’ gò sbagliandone armèno un antro paio grossi ‘ome una ‘asa (vèllo di Pesenti è sempre lì che urla ner sacco inzieme all’atri palloni in magazzino), che se n’è presi due parecchio evitabili, (ir primo fotoopia di vèllo preso a Arezzo con Gori che respinge ‘orto su’ piedi dell’avverzario solo soletto, ir seòndo un tiro deviato) e che noi s’è spinto per vince’ dall’inizio alla fine. Loro no. Còr portiere che ha pèrzo tempo tutta la partita, sarvo chiappàllo ner tondino ar quarantesimo der seòndo tempo.

D’Angelo pare mòve’ le pedine della su’ squadra ‘ome un grandissimo gioatòre di scacchi. Mette dall’inizio ir Mosca e la barba più famosa di Pisa lo riàmbia con un gran gò sotto la sudde, agguanta ir primo pari e si gode lo stadio che urla ir su’ nome a squarciagola. Vando poi mette Marconi ar posto di Pesenti che s’era mosso tanto ma sbagliato parecchio, l’attaccante ringrazia segnando ancora di testa ir pareggio che riporta ir risurtato sur un pari giusto, vantomèno meritato. Fòrze avrei messo mano su quella fascia sinistra dove Mensah a Birindelli lo faceva doventa’ matto e n’andava via da tutte le parti. Ma tanto c’era ir mastino Marin a danni una mano. Per ir resto, partita vera ‘ontro una squadra di gioatòri forti fisiamente albitrata all’ingrese da Robilotta di Sala ‘onsilina che ‘un so dov’è ma dev’esse’ in provincia di Liverpool.

Tutto vèsto in novantacinque menuti gioàti in una borgia rara da vedessi in serie C, alla quale invece noi siamo abituati, ogni vòrta che l’occasione lo richiede. Spettaòlare coreografia, l’ennesima, in curva norde, dove una scritta bianca ‘on le testìne nere diceva “PISA” su sfondo prima nero, poi rosso e infine cullato da bandierine rosse, bianche e nerazzurre, e la gradinata ‘e rispondeva a tono còr una sciarpata spontanea e meravilliosa. Nella Sudde, tanto per cambia’ se n’escono con quarche offesa ma quant’è bello quando te continui a canta’ e ‘un li cai nemmeno.

E poi i soliti flesce che tornano a mente come fotogrammi mossi, l’abbracci e l’urla sguaiate ai gò der Pisa, bagni di birra, occhiate a distanza con l’amici di sempre guasi a incoraggiassi in mezzo a tante facce nòve ma altrettanto ‘oncentrate, le magliette, sempre le solite fino alla fine, tengano duro anche se l’ascelle onni tanto tendano ad arza’ la voce. Ir messaggio dell’amìo fiorentino che ti dice “oh t’hanno inquadrato alla Rai !” e te penzi a come siamo belli se ci guardano anche da Firenze. E poi ir saluto finale alla squadra. Lolololololololololoo!! Belle cose. E i due cori finali : “Noi vogliamo la B” e “tutti a Trieste”, intonato còr biglietto der settore ospiti der Nereo Rocco già in tasca.

Rifiatiamo un paio di giorni e poi ributtiamoci a capofitto tutti inzieme ‘oncentrati per spinge’ la squadra a monta’ l’urtimo scalino, vèllo più artro, vèllo che ci porta dove si sta un po’ meglio e dove a questo punto è guasi giusto ‘e si stia.

Forza Ragazzi, Uniti Lottiamo Ancora, Noi vogliamo la B, tutti a Trieste”

SempreForzaPisa

AC

Foto A. Cassisa

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