‘Un c’è dubbio, la partita der Pisa mercoledì sera a Arezzo entra di diritto fra le trasferte più belle dell’urtim’anni , ed è stata una partita partiòlare fin dar giorno der sorteggio. Dopo ave’ buttato fòri la ‘arrarese di Bardini e dei su’ superbomber, Arezzo voleva di’ una trasferta vicina che permetteva a tanti pisani d’anda’ dreto alla squadra, ortre ai soliti sempre presenti che seguirebbero ir Pisa anche se andasse a gioa’ su Marte. Ora i preioffe si sa, alla gente ni garbano più delle partite di ‘ampionato, sicchè ir probrema ‘e si ripropone tutti l’anni ormai da quarche tempo, è la rincòrza a prouràssi ir biglietto prima ‘e finiscano. Con l’Arezzo hanno fatto un ber casino fin dai primi menuti d’apertura delle vendite online, quando ‘un si ‘apiva vale fosse ir settore a noi riservato, visto che la ‘urva nord ‘un era ancora in vendita e pareva che all’ospiti n’avessero riservato la tribuna laterale nord. Gentili sì ma dè … 25 euri di biglietto. Sicchè s’inviavano a fa’ i biglietti di sudde. Sisanasèganoi che è la ‘urva di vell’artri. Armèno finaqquàando finarmente è apparsa la vendita dei biglietti di ‘urva nord tutta per i pisani. Tutta per modo di di’ perchè dovevano esse’ 800, poi mille, sporverati tra un probrèma e un’antro, ner giro d’un’ora. Ma i pisani in cerca di biglietto erano tanti e siccome vélli di sudde erano sempre disponibili, iniziavano a spari’ anche vélli. Intanto si fa ir biglietto poi dove ci metteranno si vedra’. Alla fine a Arezzo hanno iniziato a ammoscassi e se ‘un si svegliavano ni si stempiava anche i biglietti di sudde. Così, bloccata la vendita online alla fine prendevano una decisione finarmente giusta, cioè di aumenta’ eccezionarmente la ‘apienza (che poi vèsta ‘apienza io me l’immagino come una fisarmonìa, che s’allarga e s’accorcia a seònda di chi, quanti e dove si gioi una partita) e di stiocca’ i pisani tutti insieme in nord. E a noi ‘un ci pareva vero di sta’ tutti inzieme. Ma ir risurtato è che dell’800 ‘e speravano si fosse, alla fine s’era ir doppio. E si sentiva.

In supestrada mercoledì a fine pomeriggio c’era ‘osì tanti pisani che si pareva guasi i fiorentini vando tornano a casa dar mare la domenìa, ma una vòrta arrivati a Arezzo entrava in scena la seònda parte della grande organizzazione aretina. Alla prima indicazione per lo stadio i vigili urbani ci stoppano e ci indiàno un’antro percorzo migliore, dice passa dall’esselunga …. sònasega dov’è l’esselunga … ma quando si trova e tutti in fila si va verzo lo stadio, a un semafero ci stoppano i carabinieri che tutti sfavati ci diàno che di lì ‘un si passa perchè si ‘asca dritti nella tana del lupo (vabbè lupo … ). Sicchè si rigira un’antra vòrta e si va verzo Bibbiena … dice anche di spenge’ ir navigatore perchè c’è un percorzo dediàto. Ma dopo Bibbiena noi di segnali ‘un se ne vede e ir navigatore ci riporta verzo lo stadio. Stavòrta c’incoccia la polizia e ci chiede chi cazzo c’ha detto di passa’ di lì … dè … prima i vigili poi i carabinieri, ora c’è la polizia, ‘un manca nessuno. Il poliziotto ‘apisce che stiamo girando ‘ome la merda ne’ tubi, sicchè monta sulla punto accende la sirena e ci dice d’andanni dretro che ci porta lui … artra scena da firme comìo. La punto sòna, le macchine accostano, poi si passa noi e le macchine vogliano rientra’, sanno una sega loro che ci siamo noi dietro a quella sirena … caos totale ner traffìo d’Arezzo e dopo una ventina di menuti, quando iniziava a venicci ir dubbio che ci stessero chiappando per ir culo e riaccompagnacci ar casello, finarmente s’arriva ner parcheggio dello stadio.

L’ingresso fila liscio. Stavòrta, armèno all’entrata ‘un fanno troppe storie e finarmente siamo drento. L’orologio dice le 20,00. Manca mezz’ora faccio in tempo a fa’ una giratina ar bagno e a be’ una birretta. Bagno è una parola che lo stadio Città di Arezzo ‘un conosce perchè si tratta di cinque o sei bagnetti di prastìa tutti sciagattati e sudici a dei livelli vergognosi. Quarche fenomeno in coda per entrà in quer buò nero, per fa’ lo spiritoso dice : “oh, ma i nostri ‘un son mìa meglio eh ?” …. per piacere, i nostri fanno schifo e nemmeno poo ma questi vì nemmeno ne’ antieri abbandonati eh ? E ir barre ? Mi riordavo d’un barre dreto una grata còr barrista che pare un koala in gabbia ma che la finestrina fosse ‘osì piccina no. Tutti gobboni in fila pigiati per una birra che se ‘un era per i moccoli che volavano si sarebbe anche potuti sembra’ in coda per confessassi. Alla fine penzo ‘e siamo sempre a bistratta’ un’Arèna che pare debba ‘asca’ da un momento a un’antro ma poi a giro vedo ‘ ce n’è sempre tanti messi peggio di lei.

Una vòrta su’ gradoni ci s’accorge che la ‘urva (la nostra) ha organizzato una bella coreografia anche qui. Son pieni di bandierine ‘olorate e l’organizzatori si movano ‘ome matti per sta’ dreto a tutti, distribuille a modo e fa’ capi’ anche a quelli più duri d’aspetta’ il loro segnale per sventolalle.

Vando le squadre entrano ir dovertimento passa in curva sudde dove l’aretini tutti impegnati srotolano piano piano tre teloni vertiàli a righe, parevano tre sediasdraio, e ner mezzo arzano tanti ‘artoncini amaranto. Sopra di loro l’arcobaleno che poi alla fine è l’unìa ‘osa bella di vèlla coreografia. L’aretini tutti ‘ontenti vedano l’arcobaleno come un segnale positivo e portafortuna, mentre noi siamo ‘ontenti perchè anche stavòrta tutte vèlle appliazioni meteo che ci s’ha sui cellulari ‘un c’hanno chiappato una sega nulla. Doveva piove’, dice, e invece ‘un ha piovuto. Perlomeno in curva norde.

La partita inizia e dopo quarche minuto tocca a noi fa’ un po’ di coreografia e mentre ner mezzo della ‘urva appare un bèr guerriero pisano, tutto intorno si colora di bianco e rosso per poi all’improvviso trasformassi in nerazzurro. Spettaòlo ‘ome sempre, anche senza arcobaleno a dacci ‘na mano.

Quer che succede in campo poi lo sapete tutti e sembra scritto da un regista tifoso der pisa perchè va tutto ‘ome deve anda’. Emozioni, tanti gò, l’illlusione per quell’artri, per poi facceli resta’ male, rigore parato ‘ompreso.
Ir Pisa che va in vantaggio guasi subito con Marconi di testa,
Cutolo che pareggia prima della fine der primo tempo.
Nell’intervallo ci si guarda nell’occhi consapevoli che ir Pisa c’è ma che quell’artri sono indiavolati e non stanno lì a guardare. Ir pareggio ci sta anche bene ma la ‘osa bella di vèsto Pisa vì è che pare lascialli a noi tutti i carcoli e conti. Loro ner dubbio vogliano vince’ … e a noi ci garba parecchio.
Nella ripresa, mentre penziamo che ir Pisa attacca sotto la norde e pregustiamo già l’esurtanze alla rete, Brunori agguanta un’antra respinta ‘orta di Gori e segna il 2 a 1. Quarche moccolo sale ma la voglia di ‘anta’ ‘un si spenge per nulla.
Lo stadio si esarta e io vado ar barre nella speranza di perdemmi un gò der pisa mentre sono in fila davanti a quer buo, ma stavòrta non succede nulla e dopo poo ci penza un Masucci indiavolato a farmi urla’ quando ‘asca in area e l’albitro indica ir dischetto di rigore. Batte Marconi e gonfia la rete prima di veni’ a facci un inchino mentre occhi di fòri, bocche spalancate, vene ner collo e tonzille ‘ome poponi ni fanno la festa. Ancora pareggio, che ci potrebbe anda’ più che bene ma i nostri in maglia gialla, s’è già detto, vogliano vince’ e dopo solo cinque minuti Di Quinzio bua un ‘omo in area con un controllo esagerato, s’allarga sulla destra e calcia nell’angolino opposto con la palla che stasera va sempre dove deve anda’. E la rete si gonfia, e noi si sbarella, e ir Pisa è ancora in vantaggio, e lo stadio ci resta male ancora una vòrta mentre noi si gode. Maiale Davide che gò che hai fatto …
Boia, dopo nemmeno un quarto d’ora der seòndo tempo s’è già visto tre gò e siamo passati dallo svantaggio ar vantaggio còr cuore che batte, si ferma, va al galoppo, poi ar trotto per torna’ ar galoppo. Reggerà ?

Pisa in vantaggio ma la partita ‘un si ferma. L’Arezzo gioa forte ma dreto oggi c’è un Benedetti che còr turbante in capo pare capitanamerìa. Di lì ‘un si passa. Non ce n’è.
Ir tempo scorre ma l’impressione è che ‘un sia finita e ir fatto d’esse’ ancora in vantaggio ci fa esse’ fiduciosi, anche se si chiappasse ir gò, un pareggio sarebbe sempre tanta roba. Ma ar settantesimo Serrotti incrocia Lisi che seòndo me non lo coglie ma ir gioatore amaranto schizza ‘ome se l’avesse mòrzo una tarantola e vola per le terre. Fistia l’albitro. Rigore e lo stadio ringalluzzisce un’antra vòrta. Stavòrta intorno a me sento tutte voci positive. Lo para, lo para, glielo para, lo sbaglia, lo tira fòri …. e Gori in tuffo para ir rigore di Cutolo. E noi si sbarella un’antra vòrta còr resto dello stadio che torna in depressione. Tutto nella norma poi, con l’Arezzo che cerca ir pareggio e ir Pisa che inizia a rallenta’ per porta’ a casa un risurtato che va ortre ogni più rosea aspettativa. Fino ai tre fisti der sinnior Camplone e la squadra gialla sotto la norde a godessi lo spettaòlo e batte’ le mani ‘ome di conzueto …. lololololololololololo ….

Ner mezzo tanto sostegno alla squadra e quarche coro rivòrto allo stadio, giusto per rispondenni perchè per ir resto a noi c’importa ‘na sega di vell’artri. Ovviamente un saluto a quarche cugino labronìo seduto sulli scogli a guardassi la diretta Rai, tifando per quelli còn la maglia guasi uguale alla sua, è stato doveroso eh ?

Ir rientro me lo riòrdo al rallentatore, tante pacche, tanti sorrisi, toccate di palle, parecchia fame perchè ‘un s’era riusciti a mangià nulla, un mar di gola esagerato, anche se le tonzille s’erano innaffiate con un po’ di sciroppino alla birra der gabbiotto, la ‘arovana di macchine scortata dalla polizia fin’ar casello e la fermata ar primo autogrill, invaso dai pisani con Giovanni Corrado che resta intrappolato dall’affetto della sua gente alla ‘assa der bancone della pizza.

Che serata ma oh ! Domani ci risiamo eh ?
Ora tocca a loro movessi e prova’ a riempi’ la sudde eh ?
Noi ci siamo, tutti pronti che ‘un si vede l’ora, ognuno co’ i su’ riti e le su’ scaramanzie, ancora senza voce ma domani sera sara’ pronta.

Gnamo Pisa Lottiamo Ancora

AC

Nella foto der grande Fagio ir Mosca, che, entrato a venti menuti dalla fine, ha condotto i suoi ar triprice fistio davanti ar suo ex pubbrìo e sotto varchè fistio irrionoscente ma che fòrze ‘un ha nemmen sentito perchè noi si ‘opriva d’ugni ‘osa.

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