Non ci sarà il corteo di Canapisa. La manifestazione antiproibizionista, quest’anno giunta alla 19^ edizione, si terrà in forma ridotta, limitandosi a un presidio fisso. Niente spostamenti per le vie della città, come ha stabilito la Questura di Pisa dopo un braccio di ferro andato avanti per giorni tra gli organizzatori e la Giunta di Pisa, e i tentativi di mediazione in seno al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

“Non ci sarà permesso di svolgere l’annuale corteo antiproibizionista Canapisa street parade – scrive in un comunicato l’Osservatorio antiproibizionista – l’unica forma che ci sarà consentita per manifestare le nostre idee sarà un presidio stanziato in Piazza della Stazione (e questo nonostante avessimo accettato il percorso che ci era stato proposto dalla Questura lunedì 13 maggio, che prevedeva un corteo che partiva dalla Stazione e che sarebbe terminato prima del cavalcavia antistante il quartiere di Sant’Ermete)”. 

Perché è stato vietato il corteo?

Nella lettera che la Questura ha consegnato agli organizzatori tra le altre cose si legge: “Nel corso dei successivi incontri, tenutisi il 10 e il 13 maggio, è stata prospettata ai promotori della manifestazione […] la possibilità […] di svolgimento della stessa, con la previsione dell’ instradamento del corteo in direzione del quartiere cittadino di S. Ermete e dello scioglimento dello stesso una volta raggiunta detta località”. Gli organizzatori sono dell’avviso che la proibizione del corteo sia dovuta a “uno spiacevole equivoco”. “Noi infatti – spiegano – avevamo accettato di sciogliere il corteo prima del cavalcavia di Sant’Ermete. Se invece non si trattasse di un equivoco questa proibizione costituirebbe una gravissima violazione del diritto di manifestazione che potrebbe costituire un pericoloso precedente, perché oggi si inizia a proibire Canapisa e domani si può proibire qualsiasi manifestazione che non è gradita a chi governa questa città.

Pro e contro Canapisa si fronteggiano a poca distanza

“Noi sabato saremo comunque in piazza della Stazione alle 16 – fanno sapere dall’Osservatorio antiproibizionista –  crediamo che insieme a noi ci saranno tutti coloro che hanno a cuore la libertà di manifestazione, di espressione e di pensiero”. Lo stesso giorno, sabato 16 maggio, alla stessa ora, a poche centinaia di metri, in Piazza Vittorio Emanuele, ci sarà la manifestazione “No Canapisa”, con l’intervento del sindaco Michele Conti e altre personalità politiche del centrodestra. Si preannuncia una giornata decisamente incandescente per Pisa.

L’opposizione protesta

Sembra che la manifestazione Canapisa verrà trasformata in un presidio in piazza della stazione – scrive in una nota Olivia Picchi, consigliera comunale del Pd -. La Lega vende la scelta come una vittoria, frutto delle pressioni fatte. La realtà è che questa è la soluzione peggiore. Intanto la manifestazione si farà e questo conferma quello che denunciamo da tempo: le promesse irrealizzabili fatte in campagna elettorale. Certo è che se la manifestazione, che conta circa ogni anno 5000 presenze, è relegata in piazza della stazione i problemi di pubblica sicurezza diventano reali. La Lega che aveva promesso la chiusura del Canapisa non solo non la cancella (perché non aveva e non ha il potere di farlo) ma addirittura concentra la manifestazione tutta nella zona della stazione, la nostra porta di ingresso per centinaia di turisti. Si decide così di esporre l’intera città a rischi enormi di ordine pubblico oltre a gettare una scure letale su un quartiere in enorme sofferenza. Un quartiere, si ricorda, rispetto al quale la Lega aveva assunto impegni precisi in campagna elettorale, sfidando il Pd rispetto alla sua presunta incapacità”.

Picchi rivolge alcune domande all’amministrazione comunale: “È questa l’idea di rilancio e valorizzazione che aveva in mente il centro destra per la stazione? Come assicureranno la sicurezza degli abitanti e degli esercenti del quartiere? Mi chiedo poi se sia stata valutata adeguatamente l’opportunità, ai fini del mantenimento dell’ordine pubblico, di autorizzare a pochi metri dalla stazione una contro manifestazione organizzata dal Sindaco. Quanto devono pagare i cittadini pisani per la campagna elettorale della Lega? E soprattutto questo prezzo può arrivare a mettere a rischio l’incolumità degli stessi? Un Sindaco – prosegue l’esponente del Pd – non dovrebbe piuttosto fare di tutto per evitare di esasperare un clima già piuttosto teso per difendere la libertà e l’incolumità di tutti?”. Picchi conclude ricordando che “una città si governa con la testa. Non con i muscoli e gli slogan da sceriffi! Spero che questura e prefettura ci ripensino e si adoperino perché il diritto a manifestare vada di pari passo con la sicurezza dei cittadini. Lega o non lega.

“Nella nostra città si vorrebbe negare il diritto a manifestare e la libertà di manifestazione – scrive su Facebook l’associazione Per Pisa cittàperta – un sindaco e un partito politico, infatti, vogliono decidere arbitrariamente chi può e chi non può esercitare questo basilare diritto. La campagna contro Canapisa orchestrata dalla Lega e dal sindaco è funzionale alla logica di decidere cosa sia democratico e cosa no in base agli interessi di chi governa. Si può essere più o meno d’accordo coi contenuti di Canapisa, ma da qui a vietarne la manifestazione, o autorizzarla lontano dal centro storico, corre grande differenza. Per questo ribadiamo la necessità di garantire piena libertà di manifestare. Da qui nasce il nostro appello per la libertà di movimento: saremo nella piazza antiproibizionista e per la libertà di movimento e di espressione, contro ogni svolta securitaria ed emergenziale per fermare la deriva autoritaria che si sta impossessando anche della nostra città”.

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