Marco Martinelli

Ho studiato la cannabis durante le mie due tesi di laurea, continuando con il percorso di dottorato sempre presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa dove ho avviato uno spin-off universitario per seguire da vicino questo business. Dopo tutti i miei studi sento di potervi spiegare ciò che la scienza ha prodotto sino ad ora su questo tema e per quale motivo non mi trovo in accordo con le posizioni prese dal ministro Matteo Salvini.

La cannabis ha tante specie (sativa, indica, ruderalis) e molte varietà. È una pianta dai mille impieghi e dalle potenzialità veramente interessanti per l’ambiente e l’uomo. È principalmente conosciuta per la produzione di alcune molecole che si chiamano cannabinoidi. La famiglia dei cannabinoidi è molto ampia (più di 70 tipologie) i più famosi sono THC e CBD.

Il THC è un principio attivo che ha effetti antidolorifici, antiemetici e appetenti può essere usato in forma chimica come farmaco o assunto attraverso le varietà terapeutica di canapa in tisane o fumandone le infiorescenze. Le varietà di cannabis o canapa (sinonimo) terapeutica contengono alti livelli di THC e garantiscono un effetto ottimale in varie patologie come il cancro o la sclerosi.

In Italia solo l’Istituto farmaceutico militare può produrla; l’istituto rifornisce le farmacie ospedaliere di tutto il Paese (purtroppo non coprendo il fabbisogno per cui l’Italia deve comprane in grandi quantità dall’estero (#eiopago, non potremmo produrcela da soli?).

Andiamo avanti: il THC è anche un principio attivo stupefacente ed un abuso di questo composto in elevate concentrazioni può produrre uno stato di alterazione a breve termine mentre l’utilizzo continuativo danni a livello celebrale (ricordo che gli psicofarmaci presi oramai come caramelle producono danni simili). Per questa ragione la cannabis che contiene molto THC è legale solo per chi ha una prescrizione medica. In compenso chi ricerca lo sballo, purtroppo, la compra in piazza (mercato nero) rischiando di usare prodotti pericolosi i cui contenuti in cannabinoidi non sono misurati, la cui qualità è ignota. Ma non voglio fare un’apologia della cannabis e del suo utilizzo ricreativo. Voglio solo difendere ciò che è già legale.

La canapa industriale o light rappresenta quel gruppo di varietà usate per produrre seme, olio di seme, fibra, carta ed il cui fiore può essere utilizzato per tisane o fumato (cosa che sconsiglio perché fumare fa male). Queste varietà possono detossificare i terreni (è stata usata anche nei terreni contaminati dall’ILVA di Taranto). Il contenuto in THC è minore allo 0,2 % mentre il CBD può arrivare fino al 10/12%. Il CBD è il fratello chimico del THC ma ha effetti opposti. È un ansiolitico, antinfiammatorio e immunomodulante.

La canapa industriale la coltivavano, fumavano, bevevano i nostri bisnonni. La legge italiana ne consente l’utilizzo e la coltivazione: non sballa ma fa bene. Fa bene perché contiene CBD che rilassa e fa dormire (non come la camomilla che se vi bevete l’acqua calda fate meglio) e tanti antiossidanti e nutraceutici. Siete ancora convinti che vada messa al bando?

Le domande tipiche:
– Ma se assumo (fumo) 10kg di Cannabis allo 0.2% di THC alla fine mi sballo?
Assolutamente no, probabilmente avresti problemi più gravi di altro genere come un intossicazione da benzopireni o anidride carbonica. Per esempio la noce moscata contiene Miristicina, un principio attivo allucinogeno chimicamente simile all’MDMA. Fortunatamente ne contiene poca ma se me ne mangio 10 kg mi sballo e mi trovano in cucina nudo a ballare YMCA?

– La cannabis light apre le porte alla cannabis illegale…
Gli studi scientifici ci dicono che non è così (leggi qui).

Ma poi: i gratta e vinci fanno diventare tutti ludopatici?

Spero di avervi chiarito qualche dubbio!
Per qualsiasi altra domanda mi potete contattare in privato!

Marco Martinelli

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