Bartolomeo Canapone

Avviso ai “naviganti” pisani ed ospiti vari: Sabato 18 Maggio nella città di Galileo, Pacinotti etc. etc. etc. andrà in scena la diciannovesima edizione della manifestazione “Canapisa” ovvero l’evento annuale che vede la partecipazione di giovani e meno giovani (anche perché diciannove anni passano in fretta per tutti) ad inneggiare alla libertà di “fumo&dintorni”. Un evento che, visti i non risultati ottenuti in questi anni, appare alquanto inutile e soprattutto dispendioso per coloro che arrivano dalle varie città e per i mancati introiti dei commercianti locali, che in questa giornata o abbassano le saracinesche o stanno sulla porta ad aspettare i clienti, che nella circostanza si tengono ben alla larga dallo shopping.

Al solito la cittadinanza insorge contro l’invasione. Prima si inveiva contro le amministrazioni di sinistra, oggi con quella di destra che, nella circostanza, si propone di fare una sorta di contromanifestazione. Della serie aggiungiamo benzina al fuoco. Certo è che, come i manifestanti non hanno compreso l’inutilità dell’evento, ai fini della liberalizzazione della discussa sostanza, anche i cittadini non hanno compreso che i sindaci non possono fare un bel niente per contrastare una manifestazione del genere, come espresso in conferenza stampa dal questore di Pisa, Paolo Rossi. “Le manifestazioni possono essere vietate solo per comprovati motivi di ordine pubblico- affermava Rossi – possono però essere gestite in tanti modi”.

Ed è questo “tanti modi” che probabilmente sottende qualche piccolo cambiamento all’assordante e colorito serpente di popolo fumante. Certo non si può negare che la liberalizzazione della cannabis, potrebbe in parte ridurre lo spaccio (anche se è vero che i pusher oggi propongono un gran campionario di droghe). Di sicuro la liberalizzazione sarebbe un buon segnale per fare chiarezza fra coloro che ritengono l’uso di questa sostanza da condannare aprioristicamente. Chiedetevi se oggi si muore più per alcool o per cannabis. Quando avrete la risposta dalle statistiche ufficiali scoprirete… l’acqua calda! Non dimentichiamoci poi che la droga per certi versi comprende anche gli psicofarmaci, il tabagismo e il gioco d’azzardo. Ma questi sono “gestiti”, i primi sotto controllo medico (ma solo in minima parte, perché l’autocura è una moda pericolosissima), gli altri due dal monopolio e da società private che portano benefici alle casse statali ed ai pubblicitari che promuovono quello che è il male assoluto!

Pur non condividendo la manifestazione, crediamo che la liberalizzazione dell’uso della cannabis (attenzione scriviamo uso e non abuso) possa sortire qualche pur minimo risultato positivo, sia per la microcriminalità che per le strutture di vendita, che potrebbero essere monitorate efficacemente.

A questo punto però, non ci resta che prepararci alla prossima “fumosa” invasione scomodando nel frattempo la simbologia del numero 19 che secondo C. C. de Creusot rappresenta l’armonia, la conoscenza acquisita dal sole e che va di pari passo con quella assorbita dalla luna. Per i giapponesi invece il 19 è un numero porta sfortuna, perché si dice Juku, che significa anche “dolori ripetuti”. In questo caso quelli dei pisani che dovranno subire la diciannovesima giornata di caos totale.

Bartolomeo Canapone

Autore

Scrivi un commento