L’Opera della Primaziale Pisana si è aggiudicata il premio di Confindustria “Matera Capitale 2019: l’open future delle imprese italiane”, che ha selezionato 50 aziende in tutta Italia con progetti e iniziative legate allo sviluppo, alla cultura e al territorio. Per questo dal 30 aprile al 6 maggio l’Opera sarà a Matera, negli spazi dell’Ipogeo di San Francesco, per presentare le tecnologie utilizzate per il restauro degli affreschi del Camposanto, in particolare l’utilizzo di micro-batteri per la pulizia delle pitture e di teli scaldanti per superare i problemi delle condense atmosferiche. L’evento inaugurale è in programma martedì 30 aprile alle 17.30.

Il restauro sugli affreschi rimasti danneggiati durante la Seconda Guerra Mondiale sono stati realizzati delle maestranze dell’Opera della Primaziale Pisana e, a partire dal 2009, con il controllo della Direzione Lavori presieduta dal professor Antonio Paolucci e con la supervisione dei capi restauratori Carlo Giantomassi e Gianluigi Colalucci. Per salvare e riportare nella loro collocazione originaria le opere, realizzate dai più importanti maestri del Trecento e del Quattrocento, l’Opera della Primaziale pisana ha utilizzato tecnologie innovative.

Per la pulitura delle superfici pittoriche sono stati impiegati di “batteri mangiatori“, un sistema messo a punto dal microbiologo professor Giancarlo Ranalli dell’Università del Molise. Applicati sulla superficie del dipinto per circa tre ore i batteri eliminano totalmente il materiale organico senza danneggiare il colore originale. I micro-organismi scelti sono del genere Pseudomonas stutzeri e prima di entrare in azione vengono addestrati, vale a dire nutriti solo con acqua e con le sostanze che devono “mangiare”. Nel caso degli affreschi pisani, si trattava di colle animali che erano state utilizzate sugli affreschi negli interventi dell’immediato dopoguerra.

Inoltre è stato risolto in modo brillante il problema legato alla ricollocazione degli affreschi sulle pareti del Camposanto e al fenomeno delle condense che, in un ambiente semi-aperto come questo, si presenta con regolarità. Un team di esperti, formato dall’ingegner Roberto Innocenti, il dottor Paolo Mandrioli del Cnr e l’ingegner Giuseppe Bentivoglio dell’Opera della Primaziale Pisana, ha ideato un sistema di retro-riscaldamento della superficie dell’affresco che, al verificarsi delle condizioni favorevoli alla formazione di rugiada, ne innalza la temperatura superficiale di 2/3 gradi centigradi sopra quella dell’ambiente, evitando così le condense. Il sistema è gestito da una serie di sensori che rilevano ogni dieci minuti, umidità dell’ambiente e temperatura delle superfici dagli affreschi e comandano l’attivazione del sistema di retro-riscaldamento in caso di necessità.

Ipogeo di San Francesco, Matera
Aperto dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 20

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