Ricordate l’asta che aveva organizzato Jury Chechi per tentare di salvare la palestra Etruria di Prato in cui aveva iniziato la sua avventura sportiva? Vi raccontiamo com’è andata a finire. Domenica 24 marzo cinque oggetti degli oltre 200 cimeli messi a disposizione dal “Signore degli anelli” sono stati battuti, fruttando 300 euro. Domenica prossima, 31 marzo, l’asta sarebbe stata completata, ma c’è stato un improvviso cambio di programma. Una fondazione si è offerta di fare una donazione per aiutare la palestra, acquistando tutti i trofei di Chechi, che però rimarranno nella sede dell’Etruria. Un grande gesto di generosità che risolve il problema della palestra e, al contempo, permette di mantenere unito l’inestimabile valore simbolico dei tanti trofei raccolti dal campione nella sua lunga attività (le medaglie olimpiche e quelle mondiali non sarebbero state vendute).

Jury Chechi fa sapere che la fondazione “devolverà una cifra molto considerevole, molto più alta di quella che pensavo di racimolare con i miei trofei, per migliorare la situazione della palestra e dare la possibilità a questi ragazzi di continuare ad allenarsi e coltivare le proprie passioni”. Tante altre aziende si sono fatte avanti, dopo aver appreso la notizia dell’asta lanciata dal campione, per cercare di aiutare la palestra. C’è chi lo farà con una donazione, chi mettendo a disposizione dei servizi utili alle attività.

Particolare curioso. A La Nazione il campione racconta di aver incontrato, in un autogrill vicino ad Ancona delle signore che gli hanno voluto donare 100 euro per l’Etruria, dopo avergli raccontato che anche loro avevano delle bimbe che fanno ginnastica artistica. “Un gesto immenso – rivela Chechi – mi ha commosso”.

 

 

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