Andrea Cosimi

Con l’Albissola si apre il ciclo finale di partite decisivo per capire quale sarà la nostra posizione nella griglia playoff.

Sabato scorso ho provato quell’adrenalina e quel certo “non so che” – sensazioni perdute dai tempi dell’epica cavalcata che si concluse con l’apoteosi di Foggia – grazie ad una prestazione strepitosa culminata nella rete di Izzillo e nella inevitabile vittoria. Mi ha entusiasmato non solo la manovra espressa e la confortante crescita del reparto difensivo, quanto anche l’intensità ed il vigore di tutti i neroazzurri.

E che dire dei 7mila che eravamo, costretti ad essere tali da questa benedetta capienza ridotta. Pubblico e popolo che non hanno eguali nel nostro girone e che in tutta la C fa parte del ristrettissimo novero di piazze (due, Catania e Vicenza) che con la C non dovrebbero avere a che spartire nulla.

Ma tanto è: si vince sul campo e adesso il Pisa si ritrova in lotta per qualcosa di importante dopo aver pagato caro gli errori estivi di mercato, poi in gran parte corretti a gennaio, e dopo aver puntualmente pagato dazio alle troppe sviste arbitrali, che adesso cominciano veramente ad essere tante.

Noi abbiamo un modo di lamentarci “combattivo”, perché è questo il nostro dna, però almeno uno spunto di riflessione è giusto darlo.

Leggo invece tra le nostre concorrenti qualche lamentela di troppo, immotivate, perché sembra ormai evidente che un “inconscio” occhio di riguardo venga sempre prestato nei confronti delle cosiddette “ripescabili” estive.

Solo l’Entella può buttare via la B: la squadra ligure, l’unica verso la quale, a mio parere (e l’ho sempre sostenuto), è stato fatto un vero torto con la mancata riammissione nella serie cadetta, ha l’organico più forte e completo. Normale questa flessione, quasi fisiologica, ma ha sette partite da disputare e, se supererà indenne l’ostacolo Piacenza, dovrebbe farcela. Quel Piacenza che riporrà inevitabilmente tutte le sue speranze di B diretta proprio nello scontro diretto. Quel Piacenza che a Pisa fu incredibilmente aiutato da un arbitraggio “distratto” e portò via un punto immeritato.

Poi Siena e Pisa, appaiate: quel Siena che da Pisa portò via un pari grazie ai nostri regali e a quelli di una terna che, rivista la partita, ci privò di una sacrosanta vittoria.

Ma è tutto passato, adesso non conta.

In realtà il Pisa ha purtroppo perso lo scontro diretto con le prime tre che la precedono, dunque in caso di arrivo a pari punti sarebbe dietro.

Entella, Piacenza e Siena, inoltre, sono tutte squadre molto forti e ben assemblate.

Il calendario dei neroazzurri, sulla carta, sembra il meno difficile, ma bisogna continuare a ragionare partita per partita, assolutamente mantenendo i piedi per terra, rimanendo umili e determinati come ormai lo siamo stati da dopo la balorda sconfitta di Arezzo.

Una cosa è certa: il Pisa sarà una noia ed un’ansia per chiunque la affronterà ai playoff.

Foto: Gabriele Masotti

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