Non tornerà più in Italia Lorenzo Orsetti, neanche da morto. Nelle sue ultime volontà, infatti, il combattente toscano filo curdo aveva chiesto di essere seppellito in Siria qualora avesse perso la vita in battaglia. A dirlo è Alessandro Orsetti, padre del foreign fighter ucciso dai miliziani dell’Isis nel corso di un agguato a Baghuz: “Il suo comandante – racconta commosso – mi ha detto che Lorenzo aveva chiesto di essere seppellito là in caso di morte in battaglia. Penso che accetteremo la sua decisione anche se non avremo un corpo su cui piangere”. Non deve essere per nulla facile perdere un figlio e non avere neanche una tomba da poter andare a visitare, per sentirsi più vicini nonostante il distacco Ma Lorenzo aveva scelto così.

Trentratre anni, da due Lorenzo combatteva contro l’Isis, nelle milizie curde dell’Ypg. In Italia aveva lavorato per anni nella ristorazione, dove aveva ricoperti vari ruoli. Poi aveva maturato la scelta di mollare tutto e andare a combattere  contro i jihadisti in una terra lontana e martoriata, la Siria.

Lorenzo sapeva di rischiare ogni istante. Per questo aveva preparato una lettera-testamento nel caso in cui fosse rimasto ucciso

Ciao, se state leggendo questo messaggio significa che non sono più in questo mondo. Nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio. Non ho rimpianti. Sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele al mio ideale di giustizia, eguaglianza e libertà. Ricordate che ogni tempesta comincia con una singola goccia. Cercate di essere voi quella goccia. Orso, Tekoser, Lorenzo”.

“Lorenzo, Heval Tekosher è caduto in battaglia”, si legge in un comunicato firmato dai combattenti italiani delle Ypg. “Lo Stato Islamico, ormai sconfitto, in una delle sue ultime offensive ha attaccato e ucciso un gruppo di combattenti, tra i martiri di quest’imboscata c’è anche lui. La sua partecipazione alle Ypg e alle Forze siriane democratiche – spiegano i foreign fighter – è stata dettata dal desiderio di difendere la rivoluzione curda e araba che trova oggi espressione nella Federazione democratica della Siria del nord e nei cambiamenti sociali, politici, economici e di genere che ha voluto difendere, convinto che l’umanità meriti di meglio rispetto alla società capitalista in cui era cresciuto e di cui non aveva mai sopportato le dinamiche di esclusione e sfruttamento”.

“È morto per i suoi ideali, sul campo di battaglia, un giovane toscano, Lorenzo Orsetti”, commenta il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. “Un cittadino del mondo, un partigiano combattente, insieme ai curdi, anche per la nostra libertà contro i terroristi dell’Isis. Siamo commossi e orgogliosi. A nome mio e della Regione Toscana desidero esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia e a tutte le persone che gli hanno voluto bene. Lorenzo aveva fatto la scelta impegnativa di andare a combattere in Siria contro il sedicente Stato islamico. Aveva lasciato tutto per arruolarsi nell’Ypg, le unità di protezione popolare del Kurdistan siriano. Combatteva, sono parole sue, per la giustizia, l’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e la democrazia . afferma Rossi – Lorenzo aveva scelto da che parte stare, a differenza del mondo occidentale che ha lasciato soli i curdi nella battaglia contro il terroristi islamisti”.

“Lo Stato deve essere vicino alla famiglia Orsetti e alla città di Firenze”, ha detto il sindaco del capoluogo toscano Dario Nardella. “Lo Stato deve occuparsi seriamente di questa questione. Questa mattina ho chiamato Alessandro Orsetti, papà di Lorenzo per esprimere a lui e alla sua famiglia il cordoglio mio e di tutta la città di Firenze. Sono rimasto colpito per le frasi che Lorenzo Orsetti ha lasciato a tutti noi prima della morte e sono addoloratissimo per questa vicenda tragica che colpisce anche la comunità di Firenze. Rispetto la sua scelta personale e non entro nel merito politico”. “In questo momento credo che la cosa più importante – ha aggiunto il sindaco – sia l’impegno delle istituzioni governative perché si risolva la questione del sequestro della salma di Lorenzo. Io credo che la famiglia Orsetti abbia tutto il diritto di piangere il proprio Lorenzo e di decidere liberamente come seppellire la salma. Il governo italiano deve fare tutto il possibile per affrontare la questione” Nardella si è detto “anche estremamente sorpreso per non dire sconcertato che nessun esponente delle istituzioni governative abbia ancora contattato la famiglia Orsetti, né ieri né oggi”. “Lo Stato deve essere vicino alla famiglia Orsetti e alla città di Firenze e deve occuparsi seriamente della questione – ha concluso il sindaco -. I genitori di Lorenzo hanno il diritto di piangere il loro figlio e anche città di Firenze ha il diritto di piangere il proprio concittadino”.

 

Foto: Le Iene (Mediaset)

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