Durissime polemiche per un post che un giovane studente lucchese, Augusto Casali, ha fatto su Facebook. Per ironizzare sul problema tecnico che per alcune ore il 13 marzo bloccato alcuni tra i più famosi social network, ha postato una foto che ritrae tre bambine ed ha scritto: “#Facebook #Instagram e #Whatsapp in questo momento”. La battuta, se così si può chiamare, sarebbe questa: le tre bimbe hanno la sindrome di Down e Casali probabilmente voleva fare un gioco di parole (in gergo si dice down quando un sistema informatico non funziona). Sul proprio profilo Facebook il giovane, studente in Scienze politiche, si definiva “social media manager” della Lega in Toscana. Ma così non è, come ha tenuto a precisare Susanna Ceccardi, sindaco di Cascina (Pisa) e commissaria del Carroccio in Toscana.

Un certo Augusto Casali, ragazzo poco più che ventenne che millanta sui suoi profili di essere social media manager della Lega Toscana (informazione assolutamente falsa!), ha pubblicato la foto di tre bambini affetti da sindrome di down, accompagnata da un commento che definire idiota è fare un complimento. Voglio precisare che il soggetto in questione non è militante della Lega Toscana e non è il nostro social media manager. Ora, pur di attaccare la Lega, tanti sinistri rosiconi stanno facendo circolare la fake news sui social. Capisco la loro frustrazione e li abbraccio”. “Non capisco però come certi giornalisti possano mettere sotto i piedi la deontologia professionale per dare spazio a queste bufale. Li diffido dal continuare a farlo e li invito piuttosto a smentire. In conclusione lasciatemi dire la cosa più importante: trovo che questi tre bambini siano meravigliosi!”.

Casali si è difeso con queste parole:

In queste ore sta avvenendo su Twitter un polemica su di un mio presunto post contro persone affette da sindrome di down. Twitter è un social che neanche utilizzo dove a malapena si può riscontrare la presenza di un mio account; post ironici sono solito farli, gestendo una comunità di oltre 30.000 persone basata proprio sull’ironia politica, che già ha suscitato polemiche simili. È ovvio che non ho assolutamente niente contro le persone affette da sindrome di down, alle quali comunque chiedo scusa per l’incomprensione. Ignoro le decine di ingiurie subite dopo un’ironia incompresa, voglio solo testimoniare come la cosiddetta “gogna mediatica” sia fatta da tutte le parti politiche, non solo da “noi”: è normale nei social, già l’ho vissuta e l’affronto anch’essa con ironia, coerentemente con cosa faccio. Ci tengo però infine a notare con altrettanta ilarità come suddette ingiurie provengano unicamente da una parte politica la quale si fa da decenni avvocato per potere abortire individui affetti da tale sindrome.

P.S.: Ignobile chi mi da ruoli che non ho, ennesimo esempio di Fake News come col fenomeno Kekistan.

Il Kekistan è un paese immaginario il cui nome circola sul web da alcuni anni. Nel febbraio 2018 Casali si fece beffe dei giornalisti. In un comizio della Lega a Milano, infatti, sventolò la bandiera verde e nera del Kekistan, suscitando le reazioni sdegnate di diversi siti internet e quotidiani contro la “deriva neonazista” del Carroccio (leggi l’articolo sulla vicenda).

Dopo qualche ora di polemica Casali commenta ancora su Facebook:

Ma quelli che infamano per un discutibile post di black humor erano gli stessi che qualche anno fa avevano come immagine di profilo “Je Suis Charlie” per difendere la libertà di espressione, anche quando satirica e pesantemente discutibile?”.

E subito dopo pubblica una foto sotto questa scritta:

Io mentre esulto per essere finito pure quest’anno sull’intera cronaca nazionale:

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