Nessuna modifica allo Statuto della Regione Toscana per quanto riguarda il voto ai migranti. Il Consiglio regionale ha respinto la proposta di legge presentata dalla Lega, con 29 voti contrari e 6 favorevoli, che chiedeva l’abrogazione dell’articolo 3 comma 6 dello Statuto.

Vediamo le diverse posizioni in campo, che hanno dato vita ad un acceso dibattito. Secondo Elisa Montemagni (Lega) la Costituzione riconosce il diritto di voto a tutti i cittadini italiani che hanno raggiunto la maggiore età. La previsione attuale dello Statuto, che non lega il diritto di voto alla cittadinanza, al legame con il territorio, è in conflitto con lo spirito dei Costituenti. Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) la pensa in modo diametralmente opposto: ”È un principio di civiltà assoluto. Un tempo c’era una discriminazione di tipo censitario, oppure di genere. Non possiamo negare il diritto di voto a una quota consistente di persone che vivono accanto a noi”.

Monica Pecori (Gruppo Misto-Tpt) sottolinea che ”lo spirito dei padri e della madri costituenti non può essere piegato a un’interpretazione, che prefigura un modello di società chiusa”. ”Dare la possibilità a uno straniero di esprimere il proprio parere in un referendum consultivo non mina affatto le basi della democrazia”, ribatte Gabriele Bianchi (M5S). ”La cittadinanza deve essere la fine di un percorso di integrazione – sottolinea Roberto Biasci (Lega) – È una battaglia culturale sbagliata, quella della sinistra, solo uno spot elettorale”.

Per Jacopo Alberti (Lega) la modifica statutaria guarda ”prima ai doveri e poi ai diritti”, un testo in antitesi con quella politica di sinistra che ”non capisce” e che sull’immigrazione ”continua a portare avanti scelte sciagurate”. Serena Spinelli (Art.1-Mdp) critica fortemente il testo ricordando che il fenomeno migratorio in Italia è regolato attraverso la legge Bossi/Fini. ”Se si deve tener conto di scelte sciagurate – ha detto rivolgendosi verso i banchi della Lega – occorre far riferimento a leggi che voi avete promosso”. E nel ricordare che nel voto ”c’è un dovere e un diritto” ha esortato a non citare i padri costituenti ”un po’ come ci va”.

Massimo Baldi (Pd) ha motivato il voto contrario del proprio gruppo dicendo che considera un ”abuso voler proporre modifiche statutarie per aprire dibattiti”. Ed ha aggiunto: “Lo statuto non è la Bibbia, ma ogni modifica deve essere motivata e avere fondamenta solide”. E per quanto riguarda la questione politica Baldi ha citato proprio l’articolo 3, che a suo modo di vedere ”descrive il modo in cui la Toscana immagina di essere”.

Il Consiglio regionale ha respinto anche la proposta di legge dal titolo “Riconoscimento delle radici culturali della Toscana”, presentata dai consiglieri del gruppo Lega, che chiedeva una modifica all’articolo 3 dello Statuto della Regione Toscana, introducendo il richiamo alla civiltà cristiana. La proposta ha ricevuto ventinove voti contrari, sette favorevoli e un astenuto.

 

Foto: Flickr

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