Le leggi della vergogna, quelle con cui l’Italia si allineò a Hitler nel folle disegno di eliminare gli ebrei, furono firmate a San Rossore, dove i Savoia avevano una residenza. Per ricordare gli 80 anni dell’entrata in vigore delle leggi razziali l’Ateneo pisano ha chiamato a raccolta professori e accademici di tutta Italia. Lo scopo è annunciare le scuse per l’avvallo di quelle leggi, accolte nel silenzio e in alcuni casi persino difese scientificamente. Il solenne momento si tiene nella Tenuta di San Rossore a Pisa, nel luogo (anche se l’edificio non è lo stesso) dove Vittorio Emanuele III firmò le leggi antiebraiche.

Nel giro di qualche anno furono perseguitati quasi 8.000 ebrei (ai quali vanno aggiunti circa 2.000 deportati dai possedimenti): solo 826 riuscirono a sopravvivere. Le università italiane furono coinvolte nella campagna anti ebraica e, spesso, complici.

Alla cerimonia partecipano il presidente della Toscana Enrico Rossi, la vice presidente Monica Barni, il sindaco di Pisa Michele Conti, la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, i rettori o delegati della Scuola Normale superiore, del Sant’Anna, della Scuola Imt di Alti Studi di Lucca, dell’Università di Pisa, di Firenze, Siena e Stranieri di Siena, rappresentanti del Parco di Migliarino-San Rossore e Massaciuccoli.

Inaugurata anche la mostra “1938 – La storia” del Museo della Shoah di Roma, a cura dell’ente parco San Rossore: un ricordo sull’esclusione e poi persecuzione degli ebrei attraverso, foto, documenti e giornali in parte inediti.

Sulla propria bacheca Facebook il governatore Enrico Rossi ha espresso il proprio pensiero sulla commemorazione:

Le infami leggi razziali, una vergogna italiana. In Italia il razzismo ha una storia e una preistoria, un sommerso, il cui vertice – in termini di organizzazione ideologica e di volontà politica – si situa nel ventennio fascista. È soprattutto dalla seconda metà degli anni ’30 che il razzismo nei confronti degli ebrei diventa di Stato, lasciando ferite così profonde che mai saranno rimarginate. Ma come funzionava la propaganda fascista? La tecnica era ben collaudata: sui giornali, alla radio o nelle scuole si spargevano parole con dosi crescenti di veleno ideologico per preparare così il salto dalla condivisione di idee razziste alla pratica razzista. Oggi i fantasmi della disgregazione, dei nazionalismi, del razzismo e della xenofobia affollano nuovamente i cieli dell’Europa e sono il frutto avvelenato di una lunga crisi che ha colpito la vita di milioni di persone. Contro il razzismo dobbiamo agire per evitare il peggio. Lo ribadiamo con forza oggi, 5 settembre 2018, a ottant’anni dalla promulgazione dalle infami leggi razziali del fascismo, che furono una pagina vergognosa della nostra storia”.

L’intervento del sindaco di Pisa, Michele Conti:

Ottant’anni fa a San Rossore il Re Vittorio Emanuele firmava le leggi razziali. Certo si tratta di una pura casualità, derivata dal fatto che il Re si trovava nella sua tenuta a San Rossore, eppure per noi Pisani questa contingenza appare come un inaccettabile paradosso. Pisa è una città che ha una storia di grandi aperture e di relazioni verso mondi diversi. Oggi, dopo 80 anni, noi ripensiamo agli uomini e alle donne che vedevano spezzare le loro vite e ci commuove pensare alla loro incredulità per quel che avveniva a cui certamente erano impreparati. Tuttavia non possiamo sottacere fulgidi esempi di cittadini italiani che, al di là delle proprie convinzioni politiche, anche a Pisa nel silenzio della quotidianità e per quello che potevano, si adoperarono per salvare le vite ad intere famiglie ebree condannate alla deportazione. Penso che sia utile oggi richiamarsi a coloro che non sottovalutarono e non furono indifferenti”.

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