“Ascoltiamo Pisa, comprendiamone criticità e potenzialità”. È convinta di questa necessità Olivia Picchi, 44 anni, candidata con il centrosinistra nelle file del Pd. Consulente del lavoro, titolare di uno studio e di una azienda iscritta Cna, è stata consigliera provinciale e, giovanissima, vicesindaco di Lari. Di quella sua esperienza in un piccolo Comune ricorda: “Lì ti suonano a casa per dirti di buche e lampioni rotti o di importanti progetti. Devi saper ascoltare con disponibilità per dare soluzioni condivise”.

Cosa manca oggi a Pisa?
Direi che manca Pisa, quella che ho conosciuto all’università, quella che Roan Johnson definisce ‘la più bella città del mondo’, dove si arrivava per realizzare i sogni, la Pisa dove ‘si vive bene’. Non tutto va male, ma c’è molto da lavorare, come ricostruire il legame tra cittadini, associazioni e imprese e le istituzioni.

In che modo?
Mettiamoci in discussione e riempiamo di contenuti parole come “partecipazione dal basso”. È successo a Bologna: un progetto durato 4 anni, con incontri settimanali nei quartieri e ottimi risultati in termini di vivibilità. Ha poi vinto il premio internazionale Engaged Cities a New York. Qui è anche più semplice, Pisa è stata riferimento di innovazione, ma solo essendo comunità potremo dare un nuovo sviluppo.

Mi può fare qualche esempio concreto?
Recuperare spazi abbandonati e dargli vita perché oggi stentano a decollare. Poi i lungarni pisani, i più belli che esistano, che ospitano importanti musei. Manca un piano marketing che riduca lo sbilanciamento con la Torre e contrasti il turismo mordi e fuggi. E ascoltiamo le esigenze delle imprese, dei problemi burocratici, tuteliamo le aziende locali, diamo loro servizi efficienti, regole forti, ma più flessibili.

Da cosa partirebbe se fosse eletta?
Facciamo nostre le esigenze dei quartieri per essere serviti bene: la farmacia, il medico, i servizi pubblici, il luogo di ritrovo. I suoi abitanti devono disegnarli. Così la piazza, la strada, il parco, saranno davvero i luoghi di tutti, dove si vive bene, dove ci si ferma per raccogliere la carta a terra. E allora iniziamo da quella carta, per iniziare una nuova storia.

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