Paola Viegi

La mia Pisa ha bisogno di un nuovo progetto politico e di gente nuova e fresca che ami alla follia la sua città, un progetto capace di garantire risposte concrete innanzitutto riguardo alle problematiche legate alla sicurezza e all’accoglienza dei migranti. Occorre strutturare un piano integrato e lungimirante che non si limiti esclusivamente ad affrontare le emergenze del momento e che possa riportare serenità nei cittadini intervenendo in tutti i settori essenziali della loro vita (dalla salute alla casa, dai servizi al lavoro).

Si vive intimoriti, colpiti nel proprio intimo da furti e profanazione delle proprie case e anche di peggio. Per non parlare poi del degrado, la sporcizia e altre problematiche sociali che stanno sfuggendo di mano al governo locale. La progressiva riduzione di attività commerciali economiche e di residenza in molte parti della città (soprattutto nel centro storico) sta lasciando Pisa allo sbando, la gente ha paura ad uscire, le relazioni sociali sono quasi annientate e i luoghi storici dell’aggregazione: circoli, parrocchie, sono sempre più deserti. Anche la cura degli spazi privati e pubblici in questo contesto ne risente, così facendo si sta precipitando sempre più nel degrado.

I migranti sono diventati per molti un nuovo affare: è vero che in uno stato democratico e laico preponderantemente cristiano, l’accoglienza deve essere un obiettivo culturale da raggiungere, ma è pur vero che l’applicazione delle norme non avviene sempre in modo puntuale e nel rispetto delle regole, provocando grandi costi e nessuna prospettiva. E questo non va bene.

Pisa come molte altre città toscane, sta registrando una popolazione sempre più “vecchia” con famiglie sempre più povere e giovani timorosi o forse rassegnati del proprio futuro, sopraffatti e ipnotizzati dalle tecnologie che riducono drasticamente quei legami comunitari preziosi ed imprescindibili per la loro crescita. Nonostante ciò per molti di loro la modalità di aggregazione sembra essere diventata l’alcool e la droga, che viene condivisa alla sera fino alle prime ore del mattino nel centro città: parlo della cosiddetta “movida” termine che non può assolutamente giustificare l’eccesso di alcool e di sballi di ogni genere, ad ore impossibili, cancellando regole di educazione, rispetto e decenza che la famiglia la scuola e le altre agenzie educative hanno tentato e stanno tentando di continuare a trasferire, nonostante le risposte spesso negative delle “controparti”.

Mi immagino per la mia Pisa un nuovo progetto improntato sull’etica del dovere, il rispetto dell’ altro e del diritto, la tutela dei beni comuni e delle regole della comunità, da parte di tutti. Solo con queste basi si possono affrontare coerentemente la criticità più grandi che viviamo a Pisa: la sicurezza e l’accoglienza.

Pisa necessita dunque di un nuovo progetto politico e civico che sia maggiormente orientato verso i bisogni dei cittadini e che si diversifichi rispetto a quello che ha caratterizzato i suoi ultimi vent’anni; in vent’anni sono cambiate tante cose e non sempre si è stati in grado di adeguarsi a questi cambiamenti.

La mia città, da sempre città della cultura, delle scienze e delle tecnologie deve poi trovare nelle sue quali UNIPI, SNS Scuola Superiore Sant’Anna dei compagni di viaggio affidabili e​ seri che condividano la realizzazione di progetti di recupero e rinascita della città rispettosi della sua storia ma con un occhio al futuro, non disperdendo i saperi acquisiti da coloro che frequentano bensì sfruttandoli a pro della città.

E allora…

– Implementare quella rete sociale che “supporti” le famiglie con tutte le loro problematiche, che copra i bisogni vecchi e nuovi collegati alla salute, all’assistenza agli anziani, alle persone più fragili (donne, bambini, diversamente abili), ai servizi.

– Rivedere la mobilità, che con il divieto di circolazione in centro per assecondare la creazione di grandi parcheggi e il people–mover non ha risolto i reali problemi dei circa 120mila pendolari che ogni giorno entrano in città. Bisognerà intercettare ulteriori risorse per completare un sistema mobile zoppo e inefficiente non solo per colpa di chi ci ha
governati sin d’ora, poiché indubbiamente le nuove regole comunitarie in materia non hanno aiutato (vedasi la gara per il Trasporto Pubblico Locale). Perché non rispolverare il Tranvia utilizzando l’asse ferroviaria Livorno Firenze ad esempio? Ma anche completare la rete viaria a nord est della città.

– Offrire nuove opportunità di lavoro, questa invece è un’ emergenza vera per molta, troppa gente, non solo dei giovani che per mentalità si spostano più facilmente anche all’interno dell’Unione Europea ed oltre.

– Favorire il recupero degli immobili non utilizzati ed evitare nuove costruzioni, armonizzandole con il contesto e la caratteristica di città dei giardini che distingue Pisa da molte altre città storiche toscane, per riportare le famiglie pisane (che sono scappate in questi ultimi 10 anni) ad abitare i quartieri storici.

Ma la priorità assoluta dovrà essere quella di rimettere al centro della politica locale le esigenze dei PISANI, non solo di chi abita o vive Pisa, tornando a garantire serenità e futuro alla nostra/mia amata città.

Paola Viegi

Foto di Ilaria Manente

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