Alberto Di Pede

Mormorii di meraviglia risuonano echeggiando per tutta l’Italia, dopo che il bravo Alberto Angela (rivedi la puntata su RaiPlay) ha mostrato la nostra Piazza del Duomo (grande errore chiamarla Piazza dei Miracoli). Gli occhi degli spettatori si sono sgranati di fronte a cotanta bellezza e, in un’impennata degli ascolti saliti come mai prima, i commenti sui social si sono moltiplicati a dismisura. Eppure Alberto ha trascurato di rivelare molteplici aspetti importanti della Piazza.

Per esempio non ha fatto notare che è una vera e propria catechesi, un inno alla cristianità monumentale. Il Battistero rappresenta l’iniziazione alla vita cristiana con il battesimo, la Cattedrale la Passione di Cristo, il Camposanto il Sepolcro e la Torre la sua Resurrezione. Ma Pisa è molto più della sua splendida Piazza.

È civiltà etrusca, la cui presenza è testimoniata dal tumulo che giace in condizioni disastrose, abbandonato a sé stesso, trascurato e snobbato da tutti, eppure simbolo di un’epoca fondamentale della storia dell’umanità, tanto da essere oggetto di studio nelle scuole dell’obbligo.

È Impero Romano, o vogliamo dimenticare che fu proprio nella zona di Gradus Arnensis, l’attuale San Piero a Grado, che sbarcò San Pietro. Lì, dove ora sorge la Basilica, era attivo un operosissimo porto romano e il suo nome deriva proprio dall’incrocio di due particolari: i gradoni e l’Arno. Allora imperatore di Roma era Nerone, che fece decapitare il povero Torpete, convertitosi al cristianesimo dopo aver ascoltato le parole di Pietro e battezzatosi sui Monti Pisani.
Il suo corpo fu caricato su di una barca e affidato ai marosi proprio da Gradus Arnensis e da lì approdò, secondo la tradizione, in quella che attualmente si chiama, in suo onore Saint Tropez, mentre la sua testa, ironia della sorte, è conservata nella chiesa di San Torpé, proprio di fronte ai Bagni di Nerone.

La basilica di San Pietro Apostolo (San Piero a Grado). Foto Wikipedia

Ma anche questo periodo non viene valorizzato. Pensate che, quando sono stato a lavorare a Nemi, un piccolo paese a circa settanta chilometri a sud di Roma, ho notato la presenza di un grande capannone. Ho chiesto di cosa si trattasse e così mi hanno invitato a visitarlo. Fuori dalla porta una grande targa lustra e scintillante avvisava i turisti: “Museo delle navi romane di Nemi“. Al suo interno i poveri resti di due piccole imbarcazioni facevano bella mostra di sé, circondati da cordoni rossi e da grandi espositori in plexiglas che racchiudevano pandette ben fatte sulle quali era raccontata la loro storia. Noi abbiamo trovato ben trenta imbarcazioni, delle quali tredici integre, nel lontano 1998, e solo lo scorso anno sono state aperte le prime due sale del museo (Le navi antiche di Pisa), che non è ancora pubblicizzato a dovere.

Lo scavo a fianco della stazione di Pisa San Rossore (1998). Foto navidipisa.it

Pisa è Medioevo, con la sua potenza militare e i suoi infiniti monumenti. Senza andare a cercare cattedrali e castelli sparsi per il Mediterraneo (e ce ne sono tanti), oltre a visitare quelli istituzionali come Piazza dei Cavalieri e la sua splendida chiesa, sarebbe importante ricordarne anche pochi fra i tanti: San Sepolcro, unica chiesa con pianta ottagonale attribuita ai Cavalieri Ospitalieri e gemella di Temple Church a Londra, la Chiesa di San Nicola, con le sue meravigliose opere e la facciata contenente la sequenza di Fibonacci, la Chiesa di San Michele Arcangelo, con la cripta che conteneva ben cinque sarcofagi, due dei quali anonimi, la Chiesa di San Pietro in Vinculis, con un’altra cripta visitabile, la Chiesa di San Francesco, con la tomba del Conte Ugolino, la Torre della Muda, riaperta ai visitatori e potrei continuare per ore.

Ma il vero problema è che, dopo la dominazione medicea Pisa ha subìto un’altra dominazione, quella politica, patendo lo schiacciante strapotere regionale. Siamo schiavi di Firenze, e non perché militarmente inferiori, no, ma perché i nostri politici sono personalmente ambiziosi e devono, giocoforza, passare da lì. Una sorta di ruffianaggine a spese della nostra bella città. Non sono io a dirlo: i fatti lo dimostrano. Pisa è da sempre sottomessa a Firenze! E in questo caso non sono stati sufficienti i 5000 fiorini… No, una sporca carriera è valsa un’intera città!
Ma la nostra bandiera reclama vendetta. Il nostro orgoglio grida al mare che ci ha visti, fin da sempre, protagonisti.
Risvegliati Pisa, riprenditi ciò che è tuo. Torna ad essere grande!

Alberto Di Pede

– La foto in alto della cattedrale e della Torre di Pisa è di Alberto Garzella

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