Hanno destato un certo clamore le parole che il presidente del Pisa, Giuseppe Corrado, ha lanciato dalle colonne de La Nazione, in merito ai lavori di ristrutturazione dello stadio dove gioca il Pisa: “I tempi per noi sono decisivi. Se le autorizzazioni non arrivano prima del voto, noi ci fermiamo. Il nostro progetto si conclude. E il Pisa avrà un’altra proprietà. Non possiamo fare diversamente, abbiamo già investito un sacco di soldi e non avrebbe senso continuare a farlo senza determinate certezze”. Sono un grido d’allarme e un avvertimento, non un ricatto, come qualcuno malignamente ha osservato. Perché senza i lavori necessari all’Arena tra poco non si potrà più giocare a calcio e fare una minima programmazione per sperare di tornare nel calcio che davvero conta (la serie A). Ma anche in B ci sarebbero seri problemi con uno stadio che, allo stato attuale, presenta serie criticità e necessita di lavori urgenti (e dispendiosi).

Ma cosa chiede Corrado? “E’ necessario che arrivi un via libera politico al progetto prima delle prossime elezioni, se così non sarà noi ci fermeremo”. E prosegue andando dritto al sodo: “Questa ristrutturazione è un biglietto della lotteria per la città, è come se qualcuno trovasse il biglietto vincente a terra. Lo si può strappare oppure andare a incassarlo.La metafora è questa, inutile girarci intorno. Noi abbiamo presentato una progettualità che riqualifica un quartiere depresso, in cambio chiediamo di poter entrare in possesso dello stadio per tutto il tempo necessario a ripagare l’investimento, poi il bene tornerà nella disponibilità pubblica”.

A complicare la situazione, inutile nasconderlo, è il fatto che tra pochi mesi si vota e che quindi qualcuno cerchi di fare “melina”, per prendere tempo e non decidere, né in un modo né in un altro. “Il sindaco  – prosegue Corrado –  ci ha dato assicurazione che la stima sul valore dell’impianto da parte dell’agenzia del territorio arriverà entro marzo e che da allora ci sono i tempi tecnici per deliberare tutte le autorizzazioni necessarie”. Il piano economico finanziario non c’è ancora, proprio perché manca ancora la stima del valore della struttura. “Confido che possa arrivare in tempi ragionevoli – prosegue il presidente nerazzurro -. Per consentire al consiglio comunale di esprimersi prima del voto”.

In caso contrario, anticipa Corrado, la società farà un passo indietro. Non vuol saperne, infatti, di tirare fuori soldi (si parta di almeno un milione di euro) per rattoppare l’Arena per avere l’autorizzazione a usare l’impianto, visto che ulteriori deroghe non saranno più concesse. “In città – conclude il presidente – si parla di campagna acquisti, di primo posto o di play off. Ma non ha senso parlarne senza il via libera per il nuovo stadio”.

Un aut aut bello e buono. Che però ha un merito indiscusso, politicamente parlando: chi è d’accordo con Corrado lo dovrà dire chiaramente e agire di conseguenza. Chi invece vuole riflettere ancora o semplicemente non è convinto, si schieri dalla parte opposta. Non si può tergiversare. O dentro o fuori. E se i politici lo sanno, lo stesso vale per i cittadini. La proprietà deve restare del Comune, suggerisce qualcuno. Le soluzioni si trovano, basti pensare allo stadio Meazza di Milano, che è del Comune ma viene gestito, di comune accordo, da Inter e Milan.

Pisa ha bisogno di uno stadio moderno ed efficiente, che possa “vivere” tutti i giorni e non solo uno ogni due settimane, quando si gioca la partita. Il progetto di Corrado è una bellissima occasione per riqualificare un quartiere e dare una casa degna ai magnifici tifosi nerazzurri, che giustamente sognano di tornare nel calcio che conta. Non perdiamo questa occasione!

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