Paolo Rametta *

Il 2017 è un anno importante per uno dei tre atenei che contribuiscono a rendere la nostra città un crocevia di esperienze unico. La Scuola Sant’Anna compie infatti trent’anni dalla sua fondazione, avvenuta con legge nel 1987, sebbene la storia dell’istituzione risalga al 1967, quando fu istituita la Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento (non ancora Sant’Anna) dalla fusione del Collegio Medico Giuridico (allora annesso alla Scuola Normale) e del Collegio Pacinotti. Generazioni di studenti provenienti da varie parti d’Italia giungono a Pisa e vi trascorrono anni fondamentali della loro vita, rimanendo in molti per lavoro, fino a metter su famiglia e facendo di Pisa la loro nuova casa.

Nell’antico complesso di piazza Martiri della Libertà, dove alcuni studi ipotizzano che Galileo Galilei effettuasse le prime osservazioni astronomiche, vivono e studiano ogni giorno alcune centinaia di studenti, che insieme a docenti e ricercatori altamente qualificati costruiscono il sapere dell’Italia di domani; un sapere che spazia dall’economia alle biotecnologie, dal diritto alla medicina. Quotidianamente si tengono decine di seminari, corsi di approfondimento e alta formazione, con la possibilità di confrontarsi con i più grandi studiosi e scienziati del panorama italiano.

E in questo intreccio di esperienze si sono formati cittadini che hanno dato molto al nostro Paese (penso a Giuliano Amato, Enrico Letta e a molti altri) ma anche al mondo intero (penso a Tiziano Terzani, ma anche agli studi di Antonio Cassese). In questo 2017 la Scuola ha voluto celebrare i suoi trenta (o cinquanta) anni di storia chiamando a raccolta i suoi ex allievi (lo scorso 30 aprile e primo maggio più di 200 ex studenti si sono ritrovati nella Scuola per una grigliata) e invitando personaggi di calibro internazionale per cogliere anche spunti utili per il prossimo futuro.

L’economista premio Nobel Joseph Stiglitz, il presidente della Corte costituzionale Paolo Grossi  e altri grandi ospiti che si succederanno fino alla fine dell’anno contribuiscono a testimoniare che la ricerca e l’accademia non deve rimanere isolata e asfittica, ma deve contaminare la cultura – nella sua accezione più ampia – e la cittadinanza. Se la Scuola – e la nostra città – saprà cogliere questa sfida all’apertura, il 2017 sarà l’occasione per pensare i prossimi cinquant’anni della nostra istituzione.

(*) Allievo perfezionando della Scuola Superiore Sant’Anna

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